50 anni fà a Dallas fu ucciso JFK. Molti interrogativi continuano a pesare su quel tragico delitto, avvolto in un velo di mistero, diverse le tesi in campo. Tuttavia, ciò che conta è che nell’immaginario di generazioni di americani quell’omicidio continua ad essere il simbolo di un sogno spezzato. Kennedy ha rappresentato e rappresenta per milioni di americani il ritorno al mito della frontiera. Perché questo? Kennedy non è stato solo un presidente dall’abile oratoria. Ha lasciato il segno perché è stato uno statista, un grande presidente della statura di altri grandi presidenti che hanno lasciato il segno, come Lincoln. E’ il presidente che gestisce con fermezza la crisi dei missili a Cuba e poi apre la stagione della distensione. E’ il presidente di “I’m Berliner”, che capisce che la costruzione del muro era la premessa per il fallimento dei regimi dell’est e che l’America doveva porsi alla testa delle rivendicazioni di libertà in tutto il mondo. E’ il presidente che invia la Guardia nazionale per consentire a due studenti neri di entrare nell’Università dell’Alabama, ponendo le premesse per la fine della segregazione razziale. Sono queste le ragioni per cui JFK continua ad incarnare l’idea di un’America aperta, tollerante, solidale di cui ieri come oggi abbiamo bisogno.
Silvio Paolucci