«Il Rapporto di Banca d’Italia sull’Abruzzo indica una drammatica realtà: la nostra regione è senza un modello di sviluppo. Non ce l’ha da dieci-quindici anni, e oggi manca persino il coraggio di guardare avanti: non sa da che parte sbattere la testa. E questo si può cambiare». Lo afferma il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci. «Dopo la fine l’industria di Stato, la classe dirigente dell’Abruzzo non ha saputo andare trovare nuove soluzioni – sottolinea Paolucci – né ha saputo cogliere le opportunità che altre regioni sono state in grado di sfruttare. Si è pensato all’edilizia come sostituto all’industria ma non ci si è riusciti, l’export resta relegato ad alcuni settori, il turismo non decolla. C’è bisogno di una sterzata a 360 gradi – dice Paolucci – e soprattutto di una politica economica coraggiosa, forte, innovatrice, che abbia come fondamenta alta formazione e nuove tecnologie, troppo spesso citate a sproposito senza conoscerne il potenziale enorme. E che si basi sulla ricostruzione come grande questione regionale, capace di fare da volano allo sviluppo se si scelgono, come priorità, le infrastrutture materiali e immateriali su cui concentrare le poche risorse. Questa destra, al di là del risanamento dei conti della sanità peraltro avviato dall’ultimo centrosinistra, non ce la fa: è evidente, e lo dimostrano non solo i dati, ma anche la imbarazzante debolezza della Regione sul tema del credito per le imprese, che per le piccole e micro attività è ormai carne viva. Toccherà al nuovo PD mettere insieme le migliori energie dell’Abruzzo per realizzare una vera e propria inversione di marcia».