Intervista al quotidiano Il Centro

Pd: in regione legislatura finita, si vada al voto.
Il segretario Paolucci: Chiodi si è fermato. Primarie e liste civiche? Bene se danno forza alla coalizione

Segretario Silvio Paolucci, il Pd abruzzese è d’accordo con la proposta di Sel di anticipare il voto regionale a primavera per abbinarlo alle politiche?
«Premesso che dal punto di visto normativo toccherebbe a Gianni Chiodi la decisione, perché dovrebbe essere lui a dimettersi, dal punto di vista dell’opportunità politica non mi pare che ci siano altre soluzioni. Al di là del risparmio di qualche milione di euro che verrebbe dal non votare due volte in un anno, va detto chiaramente che la vita politica di questa legislatura è già conclusa con le esperienze fallimentari dei due commissariamenti, con le mancate risposte della maggioranza in termini economici e di sviluppo, con la lentezza con cui il Pdl affronta alcune riforme come quella elettorale, che per noi vuol dire abolizione del listino, doppia preferenza, quota di sbarramento. Per questo sarebbe meglio chiedere al più presto un nuovo mandato popolare».


Guardiamo allora al voto. Il Pd sta discutendo in queste settimane di primarie e di alleanze partendo anche dall’esperienza delle amministrative. A che punto siete?
«Alle amministrative abbiamo costruito alleanze variabili su progetti scritti comune per comune. Le coalizioni si sono formate sulla base di una spiccata autonomia, ma il Pd ha sempre svolto un ruolo centrale. Io manterrei una situazione di questo tipo, accelerando in queste settimane la costruzione del progetto di governo».
Quali sono i punti di questo progetto?
«Certamente la ricostruzione dell’Aquila; il progetto Ocse da far diventare una grande questione per lo sviluppo dell’Abruzzo; la concentrazione delle risorse su capitoli strategici; il problema del credito che è il punto debole della regione. Poi occorre risolvere la grande questione della burocrazia regionale, che la giunta Chiodi ha affrontato nella maniera sbagliata, interpretandola dal punto di vista della pianta organica e non del servizio che la pubblica amministrazione deve dare al cittadino. Poi c’è la sanità. Negli stessi decreti del governo di nomina dei subcommissari ci sono le nostre critiche alle carenze del commissariamento: dov’è il piano di emergenza urgenza? Dov’è quello della riabilitazione? È attorno a questo progetto che bisognerà costruire l’alleanza».
Che non sarà la foto di Vasto.
«Deve essere un’alleanza tra riformisti e moderati, quella che ci ha permesso di vincere alle ultime elezioni».
Quando dice moderati pensa all’Udc?
«Mi riferisco all’ Udc ma anche al Fli. Il problema è che non si sa come questo polo moderato si presenterà al prossimo appuntamento delle politiche. Oggi c’è il terzo polo, è plausibile che tra sei mesi non ci sia più».
Fatta la coalizione, il candidato presidente verrà scelto con le primarie?
«Sì in via preferenziale, anche se abbiamo saputo vincere anche dove non le abbiamo fatte».
Nel caso di primarie di coalizione il Pd si presenterebbe con un candidato suo? Come lo sceglierete?
«Potremmo fare primarie di partito, ma io non mi irrigidirei su questo punto».
Quindi se ci fosse un candidato condiviso potreste evitare le primarie di partito?
«Sì. In quel caso un irrigidimento sulle primarie sarebbe una questione di calcolo personale».
In questi mesi si parla molto di liste civiche da affiancare ai partiti. Qual è la sua posizione?
«Sono favorevole quando le liste civiche aggiungono forza alla coalizione: noi abbiamo saputo costruire diverse alleanze con liste civiche. Non sono favorevole alle liste che sottraggono forza».
Per esempio?
«Quelle che nascono per iniziativa di alcuni dirigenti del partito. Sono regolamenti di conti interni per provare a eleggere o a essere eletti, si muovono in un rapporto di ambiguità con il partito».
Facciamo dei nomi: Donato Di Matteo, Marco Verticelli, Luciano D’Alfonso.
«Non prevedo compatibilità tra essere iscritto al partito e far parte del gruppo dirigente e intestarsi o rappresentare liste civiche. Laddove qualcuno volesse uscire dal Pd e costruire un aggregato civico, può anche farlo. Ma se sta nel partito il rapporto deve essere limpido».
Prevede primarie anche per la scelta dei candidati abruzzesi alle politiche?
«Se la legge elettorale dovesse restare invariata, credo si debba dare la parola al cittadino. Se dovesse cambiare il quadro normativo vedremo come muoverci».
di Antonio De Frenza – Da Il Centro del 19-06-2012 freelance kl escortapartments forкерамикаenterprise business processлагерь бойко харькововраскрутка сайта оптимизацияfhmrjd yjdjcnbзамена защитного стеклагугл комстоимость укладки фанеры на полнижнее белье продажаWelcome Bonus Binary Options 2016продвижение сайтаmt4 brokersno1options bonusреклама дверейчто такое cms