All’ospedale di Ortona con Marsilio ricoveri più che dimezzati, da ospedale di eccellenza a poliambulatorio già prima del Covid, la storia triste di un presidio che tramonta

“Un declino dai grandi numeri quello dell’ospedale Bernabeo di Ortona, che in soli 16 mesi di governo del centrodestra alla Regione  perde circa 3.000 ricoveri su quasi 6.000 e ha visto più che dimezzata l’attività chirurgica, trasformandosi da eccellenza a poliambulatorio”, così il capogruppo PD in Consiglio Regionale Silvio Paolucci sull’attuale situazione del nosocomio.

Una realtà scritta nei numeri degli ultimi anni, illustra l’ex assessore alla Sanità, elencando i servizi non più attivi al Bernabeo, a prescindere dall’emergenza coronavirus. “Oggi, fatti salvi Medicina, Lungodegenza, Senochirurgia e Riabilitazione, i servizi rimasti sono ambulatori senza posti letto e senza sala operatoria: una situazione, come dimostrano proprio i dati sui ricoveri, attribuibile esclusivamente al centrodestra, dopo che la precedente Giunta di centrosinistra riuscì a farne un polo di eccellenza, evitando di trasformarlo in una Rsa come chiedeva all’epoca il Ministero. Negli anni della fortissima strumentalizzazione in seguito alla chiusura di Ostetricia ci furono tantissimi investimenti e aperture con un rilancio vero di tutti gli altri servizi e reparti, infatti la struttura ha continuato a crescere: dal 2016 al 2018 i ricoveri tramite pronto soccorso sono passati da 5.520 a 5.629 ma soprattutto la qualità e il peso degli interventi è cresciuto, facendone un presidio cercato dall’utenza che ne riempiva i reparti e persino i parcheggi. Arriva la giunta di centrodestra e nel silenzio di troppi comincia un lento declino che ormai i numeri del presidio rendono incontestabile. Nel 2019 primo anno Marsilio i ricoveri scendono da 5.629 a 4.905, per arrivare al 10 giugno scorso a soli 1.579. Di certo la questione Covid ha avuto un peso in questa vicenda, ma non spiega assolutamente l’enorme riduzione, già in atto peraltro nel 2019. Una vera e propria discesa in picchiata di un ospedale lasciato all’abbandono dal centrodestra che addirittura voleva farci un ospedale Covid, intenzione poi fermata dalla battaglia del professor Cianchetti. E tutto è successo nel silenzio più totale delle istituzioni e dei comitati, muti oggi, fermi alla questione Ostetricia che hanno contestato senza conoscere i numerosissimi servizi arrivati dopo, né le certificazioni internazionali conseguite, o i reparti aggiunti negli ultimi anni. L’unico cenno di protesta quello del sindaco, ma è arrivato solo ieri, dopo mesi.

Il riscontro di questa parabola è evidente anche dai dati degli interventi chirurgici: nei primi 6 mesi del 2018 erano 1.500, nel primo semestre del 2020 sono a quota 800. L’ospedale è ormai un deserto che la comunità e il potenziale del comprensorio non meritano. Eppure noi abbiamo lasciato una struttura viva, di eccellenza come polo oncologico, con senologia, ginecologia oncologica, a cui si aggiungeva il settore della senologia ricostruttiva e degli screening preventivi; di riferimento per la procreazione assistita che ha prodotto record per nascite e buon esito delle prestazioni; con un’endoscopia chirurgica di riferimento; una chirurgia con indirizzo oncologico; una clinica dermatologica innovativa; un’ortopedia che operava con l’impiego della robotica; abbiamo aumentato i posti di lungodegenza; potenziato gli ambulatori, rivoluzionandoli, creando quello di medicina integrata; dedicandoci al welfare, specie per le donne che in quel presidio hanno un polo. Abbiamo lasciato una struttura che poteva coltivare le sue chiare vocazioni e che lo stava facendo.

Oggi, invece, i reparti sono dimezzati, ne restano appena 4 (quattro!!!) con ricovero, l’attività chirurgica è ferma su chirurgia, ortopedia, ginecologia oncologica, oculistica, fortemente ridotta quella di endoscopia interventistica e languono anche le attività ambulatoriali citate.  Il centrodestra taglia, chiude e depotenzia indisturbato, rivela a cose fatte i suoi piani perché non programma con il territorio e per il territorio, così capita che un ospedale come quello di Ortona, da gioiello, si trasformi in deserto e conosca un abbandono che non merita e, soprattutto, che noi, quando eravamo classe dirigente, non abbiamo disegnato e non avremmo mai consentito”.