Paolucci su sciopero della fame Pietrucci: Va fissato il Consiglio con un Odg che ripari all’errore dell’esecutivo

“Pierpaolo Pietrucci è provato da uno sciopero della fame di quattro giorni, si fissi subito un punto all’ordine del giorno del primo Consiglio regionale utile per riammettere i Comuni del cratere sismico 2009/2016 nella lista dei centri ricompresi nella Carta degli aiuti.  Mi colpisce il silenzio dell’Esecutivo in questi giorni, che la dice lunga su una scelta impopolare e immotivata e sulla volontà di correggerla in modo da sostenere i territori”, commenta il capogruppo consiliare Pd Silvio Paolucci, che è stato fra i primi a supportare Pietrucci nella sua richiesta di attenzione.

“Sono convinto che il Presidente del Consiglio regionale saprà comprendere l’importanza del tema e portare alla giusta discussione la richiesta di includere i Comuni nella Carta degli aiuti, sentita anche dai sindaci interessati – rimarca Paolucci – Intervenga subito il Consiglio regionale a rimediare alla mancanza di visione manifestata dalla Giunta Regionale nella redazione della Carta, escludendo tanti comuni dell’Aquilano, Teramano e Pescarese dalla lista di quei territori  che potranno avere vantaggi e fondi coniugando una parte consistente delle risorse del Pnrr con le misure previste dall’articolo 107.3c del Trattato sul Funzionamento dell’Unione, nonché il pieno e migliore funzionamento dei benefici economici a vantaggio delle imprese dei provvedimenti. I Comuni abruzzesi, peraltro, saranno anche in una posizione di svantaggio rispetto ai Comuni delle altre Regioni colpite dal sisma, che invece potranno avere gli aiuti alla massima espressione, proprio perché ricompresi nella Carta degli aiuti, a differenza di quanto deciso da Marsilio per l’Abruzzo. A Pietrucci rinnovo vicinanza e solidarietà per una scelta che lo vede chiuso in Regione senza cibo da quattro giorni, per dare sostegno e visibilità alle ragioni dei territori, che dovrebbero trovare subito spazio e appoggio anche da parte dell’Esecutivo. Si può riparare ancora all’errore compiuto dall’esecutivo, ma bisogna fare in fretta”.