Paolucci su Defr Abruzzo: Documento deludente e nessun provvedimento per famiglie e imprese

Un elenco delle cose fatte, molte non ancora attuate, pieno di lacune e privo di scelte concrete e coraggiose per creare sviluppo, occupazione, sostenibilità e sostegno all’Abruzzo che esce dalla pandemia, il Documento di economia e finanza regionale firmato dal centrodestra delude sempre di più, a mano a mano che il suo contenuto diventa pubblico. Doveva essere la programmazione che accompagnerà questo governo regionale alle elezioni, dando risposte a imprenditori, famiglie, lavoratori e imprese, si conferma invece un elenco dove non c’è una strategia economica in vista del PNRR, non c’è un piano di investimenti per riaccendere i motori dei comparti produttivi, nulla sull’occupazione, né per giovani, né per le donne, categorie uscite prostrate dalla pandemia, non si parla di riduzione delle tasse per la comunità, 300 pagine vuote”, duro il commento del capogruppo Pd in Consiglio Regionale, Silvio Paolucci alla fine della relazione sul DEFR 2022-2024  in Commissione Bilancio.

“Chi governa non riesce nemmeno a mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale – incalza Paolucci – né gli impegni presi in emergenza con le imprese e i lavoratori, che aspettano ancora 100 milioni dei 200 ricompresi nei Cura Abruzzo 1 e 2. L’Abruzzo stenta a ripartire, questo dicono i dati Svimez del rapporto 2020 e nonostante chi governa li conosca, di fatto non sta facendo nulla per sostenere la ripresa. La nostra economia cresce meno della media nazionale, nella classifica degli investimenti in opere pubbliche, siamo 176esimi tra le Regioni Europee, in fondo, dopo regioni come Puglia e Campania, prime del mezzogiorno. Non c’è una politica industriale, né una visione sul futuro per il rilancio della competitività dell’intero sistema produttivo abruzzese e per arginare lo spopolamento e l’emigrazione giovanile. E anche sul fronte sostegni, quelli faticosamente messi in viaggio con il Cura Abruzzo 1 e 2 nonostante le risorse governative, sono arrivati a destinazione solo in parte, Il livello di attuazione di entrambe le misure è infatti pari al 52%, dopo oltre un anno dalla loro approvazione. Sempre dal Rapporto emerge che resta una forte disomogeneità tra Programmi europei, dove siamo ancora fanalino di coda da due anni a oggi. In termini di pagamenti a valere sul FESR i POR del dell’Abruzzo appaiono fra i più in ritardo, come accade sul FSE. In termini di avanzamento di spesa l’Abruzzo è penultimo sul POR FESR 14-20, con il 32,84% di spesa (peggio di noi solo Molise); penultimo, sul POR FSE 14-20, con il 28,06% di spesa (peggio di noi solo Calabria); terzultimo, sul FEASR PSR 14-20, con il 47,97% di spesa (peggio di noi solo Marche e Puglia). Inoltre il DEFR non guarda al futuro, perché fa il punto sui fondi 2014/2020 e non c’è nulla sul ciclo di programmazione 21-27, i bandi sono fermi da mesi, come le istruttorie, nonostante l’esigenza di cercare su queste risorse motivi di ripartenza. Fermi anche sulla sanità, con gli atti di programmazione datati 2018 e nessuna certezza per il futuro, perché usciti dal Commissariamento, bisognava programmare e chiedere ai Ministeri affiancanti la conclusione del Piano di Rientro.

Doveva essere il documento di programmazione che conduce fino al termine della legislatura, ma non si rinvengono nemmeno misure dirette alla riduzione dell’imposizione fiscale a cittadini e imprese. Dopo l’uscita dal Commissariamento, avvenuta nel 2016, è giunto il momento che la Regione inizi un percorso che porti alla riduzione dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP), per rinforzare il tessuto produttivo regionale, favorire gli insediamenti di nuove aziende e sostenere l’occupazione. Stesso discorso sull’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) e in un momento in cui l’introduzione degli scaglioni di reddito, ad esempio, potrebbe prevedere una riduzione dell’attuale aliquota per i redditi più bassi, portando a un incremento del reddito disponibile a vantaggio delle famiglie e, di conseguenza, stimolando un importante incremento dei consumi interni che ridarebbe respiro al commercio fiaccato dai lockdown, visto che l’Abruzzo è stata anche la regione con più giorni di massime restrizioni e proprio a causa della superficialità con cui il centrodestra al governo ha gestito la pandemia, non rinunciando a fare politica contro il governo, ogni volta che ne ha avuto occasione”.