Paolucci su Bernabeo: “L’appello dei medici svela il disastro della gestione Marsilio dell’ospedale”

“Anche i medici sono scesi in campo scrivendo una lettera durissima per svegliare la Regione, fermare il declino che l’ospedale Bernabeo di Ortona sta conoscendo durante l’anno e mezzo di gestione di centrodestra e promuovere il rilancio di una struttura di eccellenza della sanità regionale”, così il capogruppo PD Silvio Paolucci, che sull’argomento ha pronta un’interrogazione a risposta scritta per conoscere le intenzioni dell’esecutivo sull’ospedale.

Risale solo a un mese fa la presa di posizione dell’ex assessore alla Sanità, allarmato dai dati relativi a ricoveri e interventi della struttura che sottolineavano una perdita di circa 3.000 ricoveri su quasi 6.000 di routine e che ha visto più che dimezzata l’attività chirurgica negli ultimi 16 mesi, trasformandosi, di fatto da eccellenza a poliambulatorio: “Non è una visione politica quella denunciata – rimarca Paolucci – Tant’è che oggi a intervenire sono gli stessi medici del presidio, con una lettera aperta alla Regione che è un atto unico e inedito, oltre che un appello forte e importante.  I medici confermano il tramonto della struttura sotto la gestione Marsilio, che ha perso servizi e pazienti a prescindere dall’emergenza coronavirus, perché non sono ripresi ricoveri e interventi, nonostante questa sia finita da tempo. Reclamano giustamente che si torni a operare e ad accogliere e il Bernabeo deve poter continuare ad essere una struttura di riferimento per la comunità locale e per l’Abruzzo, com’è stato in questi anni, uscendo dall’attuale declino.

Un’agonia scritta nei numeri dell’ultimo anno e mezzo, che non è il futuro che il centrosinistra aveva immaginato per quella struttura: fatti salvi Medicina, Lungodegenza, Senochirurgia e Riabilitazione, i servizi rimasti sono ambulatori senza posti letto e senza sala operatoria. Questo stato, lo dimostrano proprio i dati sui ricoveri, è attribuibile esclusivamente alla gestione di centrodestra, perché il nostro lavoro era invece puntato a farne un polo di eccellenza, evitando di trasformarlo in una Rsa come ci chiedeva all’epoca il Ministero. 

Infatti, in seguito alla chiusura di Ostetricia ci furono tantissimi investimenti con un rilancio vero di tutti gli altri servizi e reparti e la struttura non è morta, anzi, ha continuato a crescere: infatti dal 2016 al 2018 i ricoveri tramite pronto soccorso sono passati da 5.520 a 5.629 ma soprattutto la qualità e il peso degli interventi è cresciuto, facendone un presidio cercato dall’utenza. Noi abbiamo lasciato una struttura che poteva coltivare le sue chiare vocazioni e che lo stava facendo: come polo oncologico, con senologia, ginecologia oncologica, senologia ricostruttiva e screening preventivi; di riferimento per la procreazione assistita; con un’endoscopia chirurgica e una chirurgia con indirizzo oncologico; una clinica dermatologica innovativa; un’ortopedia che operava con l’impiego della robotica; abbiamo aumentato i posti di lungodegenza; potenziato gli ambulatori, rivoluzionandoli, creando quello di medicina integrata; dedicandoci al welfare, specie per le donne. 

La picchiata arriva nel 2019, con Marsilio presidente i ricoveri scendono da 5.629 a 4.905, per arrivare al 10 giugno scorso a soli 1.579. Queste cifre non sono addebitabili solo al Covid, il riscontro di questa parabola è evidente anche dai dati degli interventi chirurgici: nei primi 6 mesi del 2018 erano 1.500, nel primo semestre del 2020 sono a quota 800. L’ospedale è ormai un deserto che la comunità e il potenziale del comprensorio non meritano, questo dicono anche i medici alla Regione e alle istituzioni locali, reclamando un’inversione di rotta, o meglio, una rotta, perché quello che abbiamo visto fino ad oggi è inerzia, non è governance. 

Tutto questo oggi perde importanza in un silenzio inspiegabile, tanto da spingere chi opera ad alzare la voce e a chiedere un’attenzione negata da chi governa e dovrebbe valorizzare il patrimonio che ha, specie quando è a vantaggio della popolazione, come accade con questo ospedale. Mi spiace che sia avvenuto nel silenzio di troppi, amministrazione comunale compresa”.