Legnini eletto alla Commissione di inchiesta su Bussi, Paolucci: Presidenza di alto profilo per dare risposte agli abruzzesi

“L’elezione di Legnini a presidente per la Commissione regionale d’Inchiesta sulla discarica di Bussi, insediatasi oggi in Consiglio Regionale è il miglior buon inizio che potessimo sperare per questo speciale strumento di azione e conoscenza – così il capogruppo PD Silvio Paoluccie i consiglieri di centrosinistra in Regione.

“Legnini è un presidente di alto profilo – riprendono – che non solo conosce la vicenda a fondo, ma è stato l’artefice dello stanziamento dei primi fondi per la bonifica e ha proposto la Commissione come motore di un percorso che deve dare risposte chiare alla comunità su ciò che è accaduto a Bussi e su quello che accadrà delle aree su cui grava oggi la discarica. Siamo certi che lo farà coinvolgendo le comunità e le istituzioni competenti e con i tempi serrati che si è già da subito impegnato a tenere e oltre al buon lavoro confermiamo piena collaborazione a questo speciale organismo”. 

 “A Legnini il mio più sentito buon lavoro – così il consigliere Pd Antonio Blasioli, componente della Commissione–  questo incarico è delicato e sensibile perché riguarda non solo 11 Comuni ricompresi nel Sin, ma tutto il territorio pescarese e abruzzese che merita risposte certe. Le domande su quella che fu definita la più grande discarica di rifiuti tossici d’Europa restano tante: c’è da sapere perché gli studi epidemiologici sono i grandi assenti del processo in corte d’Assise di Chieti; così come si intende procedere per la rinaturalizzazione del sito e come si concluderanno i tanti contenziosi aperti: quello civile con Edison e quello tra Edison e la Provincia di Pescara in Consiglio di Stato. Vanno sentite e coinvolte le comunità e le istituzioni locali, a tal proposito proporrò l’audizione non solo dei sindaci in carica, ma anche di quelli dal 2007 a oggi, per fare il punto sulle responsabilità, sulle attività di allora e del presente e sulla sicurezza del sito. Risposte dovute, che probabilmente richiederanno un lavoro che andrà anche oltre i sei mesi di azione previsti per la Commissione e a cui ci dedicheremo con serietà e costanza, perché quell’area dove si concentra un terzo delle acque sia superficiali (fiumi Tirino e Pescara) sia sotterranee della regione, non può avere più ipoteche simili e perché deve ripartire, facendo da motore a tutti i Comuni del Sin che sono i primi colpiti da questa vicenda. Avere una funzione di impulso in una vicenda così importante è sostanziale per chi non vuole rinunciare all’orgoglio di essere voce della regione verde d’Europa”.