La verità sull’ospedale di Ortona

“La salute dei cittadini non può essere trasformata in merce di scambio, oppure cavalcata in campagna elettorale per fini strumentali. Già in questi tre anni sono state diffuse notizie false, prive di qualunque fondamento. Si è preferito comunicare suggestioni e non fatti, fare comunicazione e non politica, alimentare paure per suscitare emozioni negative e generare propaganda, fiancheggiati da un certo bullismo mediatico favorito dall’uso sbagliato dei social netrwork. A farne le spese sono soprattutto i cittadini e l’immagine dell’offerta sanitaria abruzzese che stiamo faticosamente cercando di migliorare. E che a Ortona, al di là di ciò che dice la propaganda, in questi tre anni è migliorata vistosamente”.

A parlare è l’assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, replicando alle affermazioni di un comitato che si è costituito a Ortona sui servizi dell’ospedale Bernabeo.

“Io non mi sono mai sottratto al confronto – sottolinea l’assessore – illustrando le norme nazionali, spiegando le nostre ragioni e argomentando tutte le osservazioni che mi arrivavano non solo dai partiti di centrodestra, ma anche da quelli della mia parte politica. Accusarmi di non voler discutere dell’ospedale di Ortona con i candidati alla carica di sindaco è scorretto: preferisco, è vero, rinviare tutto a dopo il voto, perché pretendo che temi così seri e importanti vengano affrontati in un clima che non può certo essere quello della campagna elettorale”.
Paolucci torna a rimarcare che la vocazione dell’ospedale di Ortona (nel quadro delle stringenti norme nazionali, di cui si fa finta di non tener conto secondo la propaganda di questi anni) è una scelta che rivendica con orgoglio.
“E’ un ospedale che rischiava la chiusura completa con una richiesta di trasformazione in rsa – spiega ancora l’assessore – noi invece abbiamo investito sulla struttura risorse importanti, strumentali e finanziarie per creare un polo oncologico all’avanguardia, riconosciuto in tutto l’Abruzzo e oltre, che ha aiutato migliaia di donne nel momento più delicato della loro vita. Abbiamo la fivet, e con l’arrivo della clinica dermatologica e della riabilitazione, abbiamo riempito tutti gli spazi del presidio. Lo dimostra la penuria di parcheggio la mattina. Lo dimostra il peso dei dgr ginecologici di oggi e quelli di un tempo. Questo è l’unico fatto concreto che mi interessa. Tutto il resto sono chiacchiere da bar, che non poggiano su alcun elemento, se non quello della propaganda fine a se stessa. Ecco perché mi sento di ringraziare tutti gli operatori che danno lustro a una struttura a forte mobilità attiva. E che vengono offesi continuamente da tanta banale demagogia”.