SANITA’. LETTERA CHIODI, PAOLUCCI: “INCONGRUENZE, CHIODI DICA VERITA’”

“La lettera di Chiodi, oltre ad essere l’ennesimo tentativo di addossare ad altri la colpa del suo malgoverno, contiene incongruenze troppo gravi. È il momento che dica la verità”. Lo afferma il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci intervenendo sulla lettera di Chiodi sulla sanità. “Per la prima volta ammette una mobilità passiva di 60 milioni, cosa che noi ripetiamo ormai da mesi e che anzi a nostro giudizio è una stima estremamente prudenziale” dice Paolucci, “ma non è l’unico problema. Gli abruzzesi hanno il diritto di sapere come si è arrivati a questa cifra, perché nel frattempo alla sanità pubblica sono stati chiesti sacrifici abnormi e non si rilevano azioni e scelte volte a migliorare la mobilità attiva. Inoltre” dice Paolucci, “Chiodi arriva a dire che ci sarebbero medici di base, e vorremmo capire perché cita i medici di base, che invierebbero pazienti nelle Marche perché contrattualizzati con cliniche private di quella regione: Chiodi parla di casi accertati, allora è suo dovere di uomo delle istituzioni di rivolgersi alla magistratura per denunciare quanto starebbe avvenendo. E in ogni caso” spiega Paolucci “è di Chiodi, e non di altri, il compito di stringere accordi di confine con le Marche: e questo non è stato fatto. Già che c’è, Chiodi spieghi anche così come si è arrivati a fine anno 2011 per firmare i contratti con le cliniche e dove sono finiti i 20-30 milioni di euro che egli stesso aveva annunciato di poter recuperare dopo la sentenza del Consiglio di Stato di luglio. Fra l’altro, la regolamentazione della Tariffa unica di compensazione già prevede l’abbassamento delle tariffe per i ricoveri impropri. Il tentativo di Chiodi è quasi disperato” prosegue il segretario Pd, “addossare ai cittadini ed ai medici di base le colpe di un sistema sanitario che ora spinge le persone a farsi curare fuori per la semplice ragione che i tagli imposti dalla sua politica alla sanità sono evidentemente senza logica, in assenza di investimenti su medicina territoriale e rete di emergenza-urgenza, e senza accordi con le altre Regioni. Chiodi risponda alle nostre domande e abbia il coraggio di denunciare alla magistratura i casi ‘accertati’ di medici infedeli del servizio pubblico: ma non scarichi sui cittadini le sue colpe”.

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