Lavoro, dignità, futuro, non sono semplici parole, sono il significato stesso della vita.

Un Primo maggio di lotta, di passione civile, di giustizia sociale. Sono i tre obiettivi del mio impegno politico ed elettorale per la festa dei Lavoratori. Se vogliamo celebrare in Abruzzo, nelle città e nelle piazze, questo giorno speciale dobbiamo farlo con chiarezza e onestà, perché oggi non è un giorno sereno. Oggi in troppi non hanno un lavoro, c’è chi lo ha perso e chi non lo cerca più perché sopraffatto dalla rabbia e dalla sfiducia. Lavoro, dignità, futuro, non sono semplici parole, sono il significato stesso della vita. Come cittadino, come segretario regionale del Partito Democratico, come candidato alle elezioni Regionali, provo tanta tristezza nel sapere che un giovane ha spedito 100 curriculum e gli sono tornate indietro 100 risposte negative; mi si stringe il cuore nel sapere che un padre di famiglia sta per perdere il suo lavoro e non potrà più dare sostegno alla sua famiglia. 
Resto profondamente amareggiato di fronte alle migliaia di donne che non possono sperare in una vita diversa. Il mio Primo Maggio non è sereno, perché c’è nelle persone, nei cittadini, nelle famiglie, tanta ansia e paura per le incertezze del futuro.
Chi oggi si candida per avere il consenso degli elettori deve sentire su di se questa preoccupazione, deve avvertire sulla sua pelle la delusione di un genitore che non vede i suoi figli realizzarsi. Per me il Primo Maggio è lotta politica perché voglio migliorare la comunità in cui vivo; per me il Primo Maggio è un sentimento civile, perché solo con il lavoro possiamo credere nelle istituzioni, nella democrazia e conservala da chi vuole abbatterla; per me il Primo maggio è Giustizia sociale, perché le diseguaglianze sociali ed economiche sono profondamente scandalose, è insopportabile vedere chi ha tutto e chi non ha niente. Dove un giovane non può realizzare un suo piccolo desiderio, è insopportabile vedere una persona anziana che non può pagarsi il riscaldamento o una medicina. Il Lavoro è Vita, non dimentichiamo mai. Non dimentichiamo le nuove povertà, le nuove forme di emarginazione. Il mio Primo Maggio è un omaggio alla dignità del Lavoro e dell’Uomo, dei sogni dei giovani, delle donne, delle persone anziane. Uniamo le nostre speranze, costruiamo un futuro con più lavoro e meno diseguaglianze. Con più certezze e meno paure. Se sappiamo avvertire dentro di noi questo sentimento di giustizia, di solidarietà e di impegno, avremo la forza di costruire un mondo dove ci siano più occasioni di lavoro per tutti. Solo allora sarà davvero un Buon Primo Maggio.

Silvio Paolucci

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