Facciamo chiarezza: Villa delle rose a Lanciano

“Carissimi, trovo sconcertante sapere dalla stampa di un’indagine relativa, secondo i mezzi di informazione, al numero legale della giunta all’atto dell adozione di una delibera. Come vedete dagli allegati non vi è alcun dubbio sulla presenza del Presidente della Giunta. Ancor più sconcertante e infangante (forse volutamente?) collegare questa fantomatica presenza/ assenza agli appalti. Pertanto se vi è un esposto o qualsiasi notizia di reato che abbia prodotto (secondo la stampa) dubbi circa il numero legale di una seduta di giunta tali dubbi potevano già essere rapidamente dissolti con le attività di accertamento. Per le quali chiunque di noi è disponibile”

Silvio Paolucci

 

delibera_parco_rose



Paolucci: nessun falso, è sufficiente guardare le carte
«Orgoglioso di quella delibera»

Da IL CENTRO del 23-02-2017 di Antonio De Frenza

 

 D)Assessore Silvio Paolucci ha ricevuto un avviso di garanzia sull’indagine legata alla delibera di giunta per Villa delle rose a Lanciano?
R)«Ho appreso dalla stampa di questa vicenda e sono sconcertato. Forse nelle prossime ore riceverò qualcosa. Al momento non ho nulla. E sono sconcertato anche perché secondo le indiscrezioni della stampa e dei siti web si parla di un problema legato al numero legale sull’approvazione della delibera. Una cosa, se fosse questa, priva di ogni fondamento».
D)Si è letto, cioè, che nella seduta di giunta eravate in tre assessori e non in cinque. Quindi non c’era numero legale per approvarla.
R)«Ripeto, è una cosa destituita di fondamento e facilmente verificabile (l’assessore mostra il verbale delle presenze). Mi chiedo perché dopo sei mesi dall’inizio delle indagini non si sia trovato il tempo per verificare. Vorrei anche sottolineare che questa vicenda non è legata a una questione di appalti, di cui io in vita mia non mi sono mai occupato».
D)Lei è stato attaccato dall’opposizione, in particolare dal Consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo, che in alcune dichiarazioni ha sostenuto che la delibera era senza copertura finanziaria e senza il parere del bilancio». R)«Sono profondamente colpito dalla grave strumentalizzazione che il consigliere Febbo fa di queste indiscrezioni di stampa sull’inchiesta. Anche perché Febbo dovrebbe conoscere la differenza tra una delibera e una delibera di indirizzo. Quella di cui si parla è una delibera di indirizzo».
D)Può spiegare?
R)«Si tratta di un atto di indirizzo rispetto a un progetto che si condivide. Su questo punto sono orgoglioso di condividere quel progetto. Vede, la differenza tra me e Febbo è che io ho condiviso quel progetto, lui ha proposto l’accordo con Casa Pound. Mi lasci dire che sono veramente colpito da questo modo di deragliare dal normale confronto politico».
D)Tra le osservazioni di Febbo c’è anche che il progetto era demandato al direttore generale per la cantierabilità. È una procedura corretta?.
R)«Negli atti di indirizzo di solito si demanda alle strutture di procedere ad adeguata istruttoria».
D)Tra le indiscrezioni di stampa si è parlato anche dell’assenza di un verbale di giunta.
R)«Il verbale di giunta è insito nella deliberazione stessa. A volte, poi, i verbali presentano ulteriori integrazioni, da parte per esempio di un assessore. Ma quando, per esempio, c’è una giunta straordinaria e c’è unanimità su un provvedimento, si conclude con un verbale che è la stessa delibera».
D)La magistratura ha però ritenuto di dovere indagare.
«Immagino che ci sia un esposto o altro, e che abbia acceso come atto dovuto la procedura di verifica. Io ho rispetto e totale fiducia che l’indagine vada nella direzione che ho detto. Si faccia presto, perché non ha senso che il dibattito politico sia strumentalizzato attorno a questa vicenda e che l’immagine di alcune persone sia infangata. Ho quindi totale fiducia nella magistratura e totale fiducia che raccolga l’invito del vicepresidente del Csm, che all’inaugurazione dell’anno giudiziario dell’ottobre scorso ha ricordato che il compito della magistratura inquirente è anche quello di verificare tutto ciò che sia a favore della persona indagata».
parco_delle_rose_lanciano_silvio_paolucci_il_centro

Parco di Lanciano, Paolucci «Sarebbe bastato chiamarmi»

Da Il Messaggero del 23-02-2017  (Di Stefano Dascoli)

LE REAZIONI
Per un Dino Pepe che non si sbottona («Piena fiducia nella magistratura e stop») e una Marinella Sclocco in silenzio, c’è un Silvio Paolucci che appare molto amareggiato dopo la notizia di un’indagine per falso ideologico che vedrebbe coinvolti i tre assessori regionali per aver partecipato alla riunione dell’esecutivo e votato la delibera numero 367 del 3 giugno 2016 relativa alla riqualificazione del parco comunale Villa delle Rose di Lanciano. «Stando alle indiscrezioni e dunque premettendo il condizionale-dice Paolucci – sono sconcertato dal fatto di non aver ricevuto ancora nulla e di apprendere dalla stampa che riceverò, tra qualche ora o tra qualche giorno. Sono altrettanto sconcertato dalle indiscrezioni che configurerebbero la vicenda non sulla questione appalti, come si potrebbe ritenere mettendo insieme alcuni elementi, ma sulle presenze e sulle assenze in giunta. Non è mai avvenuto in questi anni che abbiamo fatto deliberazioni in assenza di numero legale o registrando come presenti chi non lo fosse».
> Paolucci ne fa anche una questione di tempi: «Sono già trascorsi sei mesi, si sarebbe potuto rapidamente accertare tutto ascoltandoci». Nel merito del provvedimento l’assessore chiarisce che «la delibera sancisce un atto di indirizzo ed è dunque molto simile alla delibazione. Le delibazioni sono atto di indirizzo della giunta in ordine a una determinata questione, che può configurarsi come dettagliata segnalazione indirizzata a uno o più dirigenti su specifici problemi o procedure. Le delibazioni non necessitano di pareri e possono persino essere adottate senza specifica proposta. La deliberazione in oggetto si configura pertanto in modo evidente come atto di indirizzo e pertanto assimilabile a una delibazione». Paolucci lo chiarisce perché l’accusa nel merito verterebbe proprio sulla mancanza dei relativi pareri allegati all’atto. «Sono assolutamente certo e fiducioso di una rapidissima verifica dice Paolucci – Chiedo, per questo, che si raccolga l’invito del vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, a rispettare l’articolo 358 del codice di procedura penale nel quale è sancito che il pm deve svolgere accertamenti anche su fatti e circostanze a favore. Mi aspetto per questo un sereno giudizio prognostico».
> LE POLEMICHE
Da registrare un vivacissimo scambio di polemiche tra Mauro Febbo di Forza Italia e Camillo D’Alessandro del Pd. Ha cominciato Febbo, ricordando la denuncia in conferenza stampa del 16 giugno, unitamente all’onorevole Fabrizio Di Stefano e al candidato sindaco di Lanciano, Enrico D’Amico, proprio per evidenziare la mancanza dei pareri e, «cosa più grave, il fatto che il progetto del Central Park era demandato al direttore generale per la cantierabilità». Ha replicato D’Alessandro: «Al punto 6 del dispositivo si legge che ne viene trasmessa copia al Direttore del Dipartimento della Presidenza e al Segretario particolare della Presidenza () affinché conseguano i pareri occorrenti. Inoltre è espressamente previsto che l’atto deliberativo, al momento della sua adozione, non comporta alcun impegno di spesa». Controreplica di Febbo: «Ribadisco oggi come ieri che si trattava di una delibazione, cioè carta straccia in quanto mancante sia del parere di bilancio sia dell’impegno di spesa». Il segretario Pd, Marco Rapino, ha bacchettato Febbo: «Si parla di una ipotesi di reato relativa alle presenze in giunta e al numero legale raggiunto. Quindi la magistratura indaghi e faccia chiarezza, troverà gli esponenti del Pd pronti ad ogni chiarimento».
parco_delle_rose_lanciano_silvio_paolucci_il_messaggero